Quella volta che Mauro Corona portò a forza un ateo in chiesa | Sono stato processato per sequestro di persona¨
La storia di Mauro Corona e di suo padre Meni è un racconto intenso di sofferenza e resilienza. Ricordando quegli anni difficili, Corona rivela come la forza interiore lo abbia aiutato a superare traumi ancestrali e a trovare il coraggio di affrontare il mondo. La sua testimonianza ci invita a riflettere sulle ferite del passato, ma anche sulla speranza di un futuro di rinascita. Perché, proprio come lui, anche noi possiamo trovare la forza di andare avanti.
Mauro Corona dice che suo padre Meni «quando era ubriaco picchiava prima noi, poi mia madre Lucia. Tre volte la mandò in coma. Un giorno lei se ne andò. La vidi salire su un furgoncino rosso. Io avevo sei anni, mio fratello Felice cinque e Richetto, il più piccolo, solo quattro mesi. Era il 1956. Sarebbe tornata sette anni dopo». In un’intervista al Corriere della Sera lo scrittore spiega che se ne andò «perché non reggeva più le botte di mio padre, la miseria. Tornò subito dopo il disastro del Vajont. Lo sapemmo da zia Cate. Un giorno ci chiamò e ci disse: “Canais, l’è torné vostre oma”, bambini, è tornata vostra madre». 🔗 Leggi su Open.online
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