La verità nei rifiuti | nuovi indizi e colpi di scena sul delitto di Garlasco
Diciotto anni dopo il tragico delitto di Garlasco, i rifiuti domestici di via Pascoli tornano a parlare. Tra bottiglie vuote e sacchetti gettati, si nasconde forse la chiave per svelare una verità mai confessata. La spazzatura, senza filtri o menzogne, rivela abitudini e segreti di chi viveva in quella casa. Potrebbe un semplice frammento biologico fare luce su un mistero che ancora tiene col fiato sospeso?
Le persone raccontano bugie. Omettono. Ricordano a modo loro. Ma la spazzatura no. La spazzatura non mente. Racconta abitudini, relazioni, interazioni. Dice chi siamo quando pensiamo di non essere osservati. A distanza di diciotto anni, è proprio tra i rifiuti domestici di via Pascoli che potrebbe nascondersi secondo chi indaga una verità mai detta sul delitto di Chiara Poggi. Un capello. Un frammento biologico conservato tra i rifiuti. Forse l’ennesimo indizio da interpretare. Nel nuovo troncone d’inchiesta emergono elementi che sembrano riecheggiare una revisione senza fondarla davvero: l’impronta 33, attribuita a Sempio, non è insanguinata; la traccia 10 dietro la porta non è attribuibile; la traccia sul brik del tè, a un primo esame, non risulta papillare. 🔗 Leggi su Quotidiano.net
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