Agenti indagati per la morte del killer del brigadiere l’Anm | Nessuno schiaffo alla polizia Il Viminale rilancia lo scudo penale
Nel cuore di un dibattito acceso tra tutela e responsabilità, il governo italiano rilancia lo "scudo penale" per gli agenti coinvolti in operazioni ad alto rischio. Mentre l’Associazione nazionale magistrati difende i colleghi indagati nella tragica sparatoria che ha portato alla morte del brigadiere Legrottaglie, il Viminale insiste sulla necessità di proteggere chi fronteggia quotidianamente minacce e pericoli. La sfida tra sicurezza e giustizia si intensifica, lasciando aperta una questione complessa e delicata.
Da un lato il governo rilancia lo “scudo penale” per gli agenti, dall’altro l’ Associazione nazionale magistrati difende i colleghi che hanno iscritto nel registro degli indagati i due poliziotti coinvolti nella sparatoria con la quale è terminata la fuga dei due banditi che hanno ucciso il carabiniere Carlo Legrottaglie. A rilanciare la norma già bocciata a gennaio è il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, in un’intervista a Libero: “Ci stiamo lavorando” ed “è nostra intenzione andare fino in fondo”, ha detto l’esponente della Lega, il partito più attivo nel criticare gli accertamenti disposti dalla procura di Taranto. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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New York, italiano sequestrato e torturato: due agenti indagati. Uno è nella scorta del sindaco Adams - Un nuovo inquietante capitolo emerge dal caso di Michael Valentino Teofrasto Carturan, l'italiano sequestrato a New York.
Dopo il caso del carabiniere Legrottaglie, si torna a parlare di scudo penale, o più precisamente di tutela processuale per gli agenti di polizia che sparano. Vai su Facebook
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“Scudo per l’agente che spara”, il Viminale rilancia la norma del decreto Sicurezza - La proposta arriva dal sottosegretario della Lega Molteni, dopo l’omicidio del carabiniere Legrottaglie a Francavilla Fontana. Secondo repubblica.it
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