‘Licenziata per ritorsione’ dipendente perse il lavoro quando il marito-collega lasciò l’azienda
Una vicenda che mette in luce le sfide delle relazioni sul posto di lavoro e i rischi di provvedimenti retributivi ingiustificati. La Corte d’appello di Perugia ha recentemente ribaltato la decisione di licenziare ingiustamente una dipendente, accusata di ritorsione dopo il licenziamento del marito. Un caso emblematico di come le dinamiche familiari possano influenzare la carriera, sollevando importanti interrogativi sulla tutela dei lavoratori e i limiti delle scelte aziendali.
Perugia, 27 giugno 2025 – Licenziata ingiustamente, illegittimamente. E in modo ritorsivo. Lo ha deciso la Corte d’appello di Perugia a cui ha fatto ricorso la dipendente si una società con più sedi in Italia e anche nel perugino,, licenziata dopo la decisione di suo marito, anche lui dipendente della stessa società ma ma impegnato in un’altra mansione, di lasciare il gruppo per passare a lavorare per un’altra azienda. In primo grado le istanze della dipendente erano state respinte, mentre in secondo grado, il tribunale ha ritenuto motivate le sue ragioni, disponendo il reintegro e il pagamento degli arretrati oltre alle spese processuali. 🔗 Leggi su Lanazione.it
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