L’ultimo argine contro la strage di innocenti a Gaza è l’obiezione di coscienza
L'ultimo baluardo contro la strage di innocenti a Gaza è l'obiezione di coscienza. Mentre il mondo reagirebbe con orrore a un attacco terroristico che colpisse una pediatra europea e la sua famiglia, la realtà della dottoressa Alaa al-Najjar, che ha vissuto una tragedia simile il 24 maggio, sembra passare in secondo piano. Questo articolo esplora la disparità di attenzione e il diritto di opporsi a tali atrocità.
Se un attentato terroristico in Europa o negli Usa avesse ucciso nove figli di una pediatra, ferendo gravemente il decimo e il marito – come accaduto alla dottoressa Alaa al-Najjar il 24 maggio, che se li è visti portare in ospedale carbonizzati – sarebbe notizia di un impatto sconvolgente. Invece a Gaza il terrorismo di Israele diventa contabilità ordinaria, sommando questi bambini alle decine di migliaia di vittime innocenti: l’infinita contabilità di Erode. Uccisi per “hobby”, come aveva denunciato alcuni giorni prima Yair Golan, ex generale e leader del Partito Democratico israeliano, mettendo sotto accusa l’esercito, prima di ritrattarla in una conferenza stampa convocata per dire che la responsabilità è esclusivamente del governo e non dell’Israel Defence Force. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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