L’opposizione israeliane sulle barricate chiama nuove elezioni e ora Netanyahu è in bilico

movimenti interni e tensioni politiche che scuotono le fondamenta della sua leadership. Tra accuse di ingerenza e richieste di nuove elezioni, Netanyahu si trova ora ad un passo dal perdere il controllo, mentre il destino del suo governo pende da un filo sottile. Il futuro di Israele potrebbe cambiare radicalmente, e tutto dipende da come si evolveranno questi equilibri instabili.

La legge sulla coscrizione degli ebrei ultra-ortodossi da un lato, l’assedio delle opposizioni dall’altro: alla Knesset, il Parlamento israeliano, il governo di Benjamin Netanyahu è in difficoltà. E a metterlo alle corde non è né la guerra di Gaza con la sua infinita sequela di lutti né la serie di processi in cui il premier è coinvolto, ma bensì il combinato disposto tra le difficoltà della coalizione ultra-nazionalista guidata dal leader del Likud e il rinnovato vigore dei suoi avversari. Da quando l’Alta Corte di Giustizia ha imposto a marzo 2024 l’arruolamento degli ultraortodossi nell’Israel Defense Force, ribadendo il 25 giugno successivo la sua sentenza, il governo più nazionalista e radicale della storia d’Israele ha tergiversato prima di dover incassare l’inevitabile colpo e provare a trovare una quadra con i membri più vicini alla comunità Haredi dentro la sua coalizione. 🔗 Leggi su It.insideover.com

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