Delitto di Garlasco i veri motivi per cui Alberto Stasi fu assolto due volte
Il delitto di Garlasco continua a tenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica, riflettendo le complessità del sistema giudiziario italiano. L'assoluzione di Alberto Stasi, avvenuta nel 2009, è un esempio emblematico di come il principio del ragionevole dubbio possa influenzare il corso della giustizia. Oggi, analizziamo i veri motivi che hanno portato a questa decisione, esplorando le implicazioni di un caso che ha segnato un'epoca e acceso accesi
Nel dicembre del 2009, il primo processo per il delitto di Garlasco si concluse con l’assoluzione di Alberto Stasi. Un verdetto che si basava su un principio fondamentale del diritto penale: il ragionevole dubbio. Fu un caso esemplare di come dubbi tecnici e scientifici, sommati a un quadro indiziario ritenuto contraddittorio, portarono i giudici a non condannare l’unico imputato. Una decisione presa al termine di un giudizio abbreviato, in cui furono determinanti le valutazioni di periti e consulenti. Le incognite sulle tracce di sangue. Un punto cruciale del dibattimento riguardava le tracce — o meglio, l’assenza di tracce — di sangue che ci si sarebbe aspettati sulle scarpe dell’assassino, visto l’efferato omicidio di Chiara Poggi. 🔗 Leggi su Panorama.it
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