Roberto Bolle sperso nei panni di Don Josè

Guzzo Vaccarino È la morte nera-Edoardo Caporaletti il personaggio più sensuale della nuova colorita “Carmen” su Bizet-Scedrin e cante hondo che Patrick De Bana (57enne afrotedesco di base in Spagna), con il suo servo-toro cornuto, Andrea Crescenzi, dall’eros animale, ma il protagonista sarebbe qui Don José, folle di passione, un Roberto Bolle sperso, turbato. La gelosia per il torero-Marco Agostino ne offusca la ragione. Carmen-Nicoletta Manni, in rosso e con tirabaci, è manovrata dalla morte; ne è vittima anche la fidanzata Michaela-Maria Celeste Losa, in verde. Tutto accade in una fabbrica-taverna con costumi ibero-militar-folk in uno stile di ballo post Béjart, nume di De Bana, che sconcerta osservando questa creazione in rapporto alla coreografia attuale d’autore che apre la serata-trittico al posto d’onore, con due riprese felici: “Annonciation” (1995) del 68enne franco-albanese Angelin Preljocaj, un bel duo femminile a gambe scoperte in stile nouvelle danse per Maria e Arcangelo/a, qui Benedetta Montefiore e Virna Toppi, e “Solitude Sometimes” di Philippe Kratz, classe 1985, afro-tedesco, di base in Italia, già in Aterballetto, direttore del Nuovo Balletto di Toscana.
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