Sostenere la diaspora bielorussa è il miglior modo per contrastare l’egemonia putiniana
Le elezioni del prossimo 26 gennaio in Bielorussia non possono essere ritenute credibili in un contesto politico dominato da una censura onnipresente e dalla scomparsa degli organi di informazione indipendenti. Lo ha dichiarato recentemente anche il Segretario di Stato americano Antony Blinken in un comunicato. Sono diventati infatti millequattrocento i prigionieri politici nel regime di Aleksandr Lukashenko: di questi, centosessantatre sono figure legate al mondo della cultura. Per questo il Consiglio europeo ha ribadito lo scorso dicembre l’impegno dell’Unione a Sostenere e promuovere la lingua e la cultura bielorussa, soprattutto tramite le forze democratiche della diaspora in Europa. «È una delle principali crisi a noi vicine, le repressioni vanno condannate. Queste elezioni sono una farsa» sono le parole che arrivano dalla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo di ieri, durante la quale diversi europarlamentari hanno sottolineato l’ulteriore stretta repressiva avvenuta nel 2024, che ha contribuito a consolidare «l’auto-rielezione di Lukashenko».
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