Riforme plebiscitarie smontate da plebisciti la giostra riparte

Il regolismo che affligge la politica italiana è una malattia i cui effetti si estendono molto oltre il campo delle Riforme istituzionali. Qualunque iniziativa politica segue ormai da anni lo stesso schema dell’infinita discussione sulle regole del gioco: una micidiale alternanza di grandi Riforme, capaci di monopolizzare per anni l’attività di maggioranza e opposizione, e grandiose campagne referendarie, che le spazzano via pochi anni dopo, facendo tabula rasa e preparando così il terreno per nuove Riforme, e naturalmente nuovi referendum.È la storia di questi trent’anni di «riformismo costituzionale» (espressione che già di per sé, in una democrazia matura, dovrebbe essere giudicata sconveniente) e col tempo, purtroppo, è diventata anche la storia della politica italiana tout court. La notizia del via libera arrivato ieri dalla Cassazione al referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata, ma anche del Jobs Act e della legge sulla cittadinanza, conferma questa dinamica e dovrebbe dunque sollecitare una riflessione da parte di tutti.
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