La creatività si nutre quasi sempre del lato oscuro della vita

Se si suicidano uomini di potere o cavalieri d’industria, si sospettano loschi intrighi, omicidi mascherati. Se a suicidarsi è uno scrittore, un pittore, un musicista, un poeta, la causa è un’inguaribile infelicità esistenziale che affonda le sue radici nell’infanzia. Non necessariamente dolorosa. Perché ci sono infanzie idilliache, che lasciano in personalità fragili l’eredità insostenibile di un rimpianto autodistruttivo. Scrive Fabrizio Coscia nel suo avvincente "Suicidi imperfetti" (Editoriale Scientifica): “La creatività si nutre, quasi sempre, del lato oscuro della vita”. Più avanti aggiunge che il suicidio “rappresenta la tragica e ineluttabile conferma che chi pratica l’arte – quando non bara, non mercanteggia o non si mette in posa – lo fa ingaggiando una battaglia per la sopravvivenza”.
La creatività si nutre quasi sempre del lato oscuro della vita

Ilfoglio.it - La creatività si nutre, quasi sempre, del lato oscuro della vita

Leggi su Ilfoglio.it
  • La creatività si nutre, quasi sempre, del lato oscuro della vita
  • Benefici della creatività: rende i bambini più fiduciosi
  • Prometeo, Steve Jobs e altri creativi
  • Cristina Celestino: la creatività si nutre delle suggestioni del passato
  • L’atto creativo della distruzione
  • L’estro creativo di Carlotta Aldrighi fa il giro del mondo
    Video creatività nutre