Il volley è una parentesi tra foto e psicologia Intervista a Ekaterina Antropova

Nella valigia per Parigi c’erano diversi libri mentre ora sta leggendo Murakami e riprendendo Michela Murgia. Ekaterina Antropova ha una voglia matta di conoscere e scoprire. Lo fa attraverso gli obiettivi della sua macchina fotografica, con i rullini portati a sviluppare, con gli studi in psicologia che un giorno vorrebbe essere fiera di aver terminato e con il volley. Non si finisce mai di migliorare, senza aspettative e con umiltà. Definisce “incredibilmente assurdo” quanto successo a Parigi, quell’oro nato sotto il segno del 17, suo numero preferito con il gate in direzione Francia che era proprio il 17. Consapevole di quanto fatto con la Nazionale prova a dare il suo apporto alla Savino del Bene Scandicci, casa dal 2021.      Venite dal k.o con Conegliano. La partita non è andata come speravamo: loro sono una squadra ben formata sia livello di giocatrici che come sistema.
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