La vicenda dell’attore hard Sherif Elanain dimostra che il decreto del governo è miserabile

Nell’aprire alla Farnesina gli Stati Generali della Diplomazia, ieri il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha rimesso in fila i fondamenti dell’ideale internazionalismo democratico cui l’Italia dovrebbe ispirarsi, e tra i valori riaffermati – atlantismo, europeismo, multilateralismo – non ha mancato di ricordare la difesa del diritto di asilo per i fuggiaschi dalla persecuzione e dalla violenza.Inoltre, si è pure tolto lo sfizio di ricordare all’innominato oracolo della futurologia nazionalista, Elon Musk, il ruolo delle corti di giustizia, nazionali e sovranazionali, nella tutela dei diritti riconosciuti dagli ordinamenti democratici.Se Mattarella non avesse questo stile democristianamente obliquo di esprimere il dispetto, senza scalfire l’immagine di un’enigmatica atarassia istituzionale, e se avesse un gusto dello scandalo, che – mi rendo conto – è difficile coltivare nelle stanze quirinalizie, il Capo dello Stato avrebbe potuto spiegarsi con un esempio appunto scandaloso, ma in un senso molto diverso da quello puramente boccaccesco, che il perbenismo politico-diplomatico delle feluche governative riconosce alla vicenda da cui esso origina.
La vicenda dell’attore hard Sherif Elanain dimostra che il decreto del governo è miserabile

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