La felicità del gufo non è quella della capinera
Il poeta e filosofo Voltaire era particolarmente sensibile all’ammirazione dei giovani, trovando piacere, in un certo senso, nell’essere adulato. Tra i suoi ospiti nel castello di Ferney, ai piedi delle Alpi, accolse Jean-François de La Harpe, un giovane autore emergente che aveva mostrato promettenti capacità di tragediografo con il debutto della sua opera Il Conte di Warwick all’età di soli ventiquattro anni. Tra i due nacque un rapporto di amicizia tanto stretto che La Harpe definiva Voltaire “padre e grand’uomo,” mentre il filosofo lo chiamava affettuosamente “figlio mio.”Jean-François e sua moglie, di grande bellezza, furono ospiti di Voltaire per diversi anni. Durante questo periodo, il filosofo non solo li accolse con generosità, ma si impegnò anche a correggere alcuni testi del giovane autore.
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