Trump fa tremare il parmigiano Dal lobbying alle scorte così l’agroalimentare italiano si prepara ai dazi Usa

A poco più di un mese dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca c’è soprattutto una questione che spaventa le aziende italiane: lo spettro di nuovi dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, il candidato repubblicano ha ribadito più volte di voler imporre tariffe fino al 60 per cento per i prodotti cinesi e fino al 20 per cento per quelli del resto del mondo, tra cui rientrano anche i Paesi europei. Del resto, non si tratterebbe di una novità assoluta. Già durante la sua prima esperienza alla Casa Bianca, per la precisione tra il 2018 e il 2019, Trump introdusse una serie di dazi che in Italia colpirono soprattutto i prodotti agroalimentari. Succederà anche questa volta? E soprattutto, come si sta preparando il settore?Più spedizioni per anticipare i dazi? Mutti: «Non è la soluzione»Un primo indizio arriva dal Financial Times, secondo cui alcune aziende italiane dell’agroalimentare – in particolare quelle dei formaggi – avrebbero aumentato le spedizioni verso gli Stati Uniti per prevenire un possibile annuncio di Trump a inizio 2025 e poter contare su una buona quantità di prodotti già sul suolo americano e quindi esentati da eventuali dazi.
Leggi su Open.online
  • Trump fa tremare il parmigiano. Dal lobbying alle scorte, così l'agroalimentare italiano si prepara ai dazi Usa
  • Donald Trump alla Casa Bianca fa tremare il principe Harry
  • Il ritorno di Trump. La preoccupazione dell’agroalimentare e il fantasma dei dazi
  • Il principe Harry ha rinunciato alla caccia per amore di Meghan Markle
  • Trump fa sul serio, arrivano i dazi sull'agroalimentare Made in Italy. 25% su parmigiano, pecorino e prosciutto.
    Video Trump tremare