I vini naturali dei colli piacentini entrano nei supermercati grazie a una cantina collettiva

«L'ipotesi da cui siamo partiti, quando abbiamo deciso di iniziare l'avventura del Vecchio Consorzio 1953, è che per contribuire a salvare la viticoltura piacentina avremmo dovuto riconoscere ai titolari di quelle aziende agricole che conferiscono uva e non imbottigliano in proprio un prezzo maggiore» racconta Massimiliano Croci, 44 anni, contadino e vignaiolo a Castell'Arquato (PC). Alla vigilia del 2025, dopo la terza vendemmia, la realtà che ha fondato insieme all'amico e socio Pietro Gazzola, di tre anni più grande, sembra iniziare a rispondere ai problemi del territorio, su tutti l’emorragia che nei primi vent'anni del Duemila ha portato i colli piacentini a perdere quasi un terzo della superficie vitata, circa duemila ettari su 6.900. “Solo negli ultimi cinque anni in Val d’Arda e nelle valli minori vicine abbiamo perso 141,5 ettari su 1.
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