Così la ‘Ndrangheta colonizzava la riviera La strategia delle cosche punita dai giudici

I bar e i ristoranti di Cesenatico al centro delle cronache dal 2018 al 2022 sono stati compravenduti a persone vicine al clan dei Piromalli della ‘Ndrangheta calabrese. Quelle che sino all’altro giorno erano soltanto ipotesi di reato, sono diventate realtà, dopo la sentenza emessa mercoledì nell’ambito del processo in svolgimento al tribunale di Ravenna legato all’operazione "Radici", dove su 22 persone finite alla sbarra, ne sono state condannate 21. Fra queste ci sono tutti i volti coinvolti negli affari loschi di Cesenatico. Il bar pasticceria Dolcesalato in piazza Comandini al centro di viale Roma, un ristorante sul lungomare che poi ha cambiato nome, un bar in centro, un piccolo pubblico esercizio nella zona di Ponente e persino un albergo, in quegli anni sono passati a uomini senza scrupoli, disposti a tutto, incluse le violenze e le minacce, per riciclare in riviera ingenti somme derivanti dagli affari sporchi della malavita.
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