Il pacifismo ideologico è il braccio armato della debolezza cognitiva

L'articolo analizza come il pacifismo ideologico rifletta una debolezza cognitiva, evidenziando le difficoltà di comprensione e valutazione degli eventi internazionali. Attraverso il dibattito sull'invasione dell'Ucraina, si mette in luce la fragilità degli anticorpi cognitivi e le conseguenze di un approccio più emotivo che razionale nelle decisioni politiche e sociali.

Valutazioni e dibattiti interni relativi all’invasione dell’Ucraina si fanno sempre più equivoci, mostrando in tutta la loro essenza la vulnerabilità degli anticorpi cognitivi e di comprensione, tratto distintivo del nostro Paese. Intellettuali e opinionisti pacifisti a vario titolo riempiono stampa e palinsesti ormai da quasi quattro anni, facendo grande presa sull’opinione pubblica nazionale. La contrapposizione creata dal panorama mediatico italiano (e in particolare televisivo) cerca poi, volontariamente o meno, di confrontare da un lato il pacifista, che appare come buono e orientato al rifiuto pressoché assoluto della controversia, dall’altro, come contraltare, il guerrafondaio — o meglio chi, purtroppo, viene così interpretato. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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