Assalto al diritto di sciopero: CGIL, CISL, UIL, Snals, Gilda, Anief firmano tutto e smontano i diritti

È stato firmato dall’Aran e dai sindacati “rappresentativi” un accordo sull’esercizio del diritto di sciopero che mette in atto un primo pezzo di limitazioni al diritto di lavoratrici e lavoratori della scuola.
Grazie a questi paladini della scuola, per i quali lo sciopero è un orpello imbarazzante (non nuoce mai ricordare che l’ultimo sciopero da loro proclamato, quello contro la “Buona Scuola” il 5 maggio 2015 vide un’adesione quasi totale dei lavoratori e un successivo incoerente asservimento dei “sindacati” alle volontà governative), i sindacati che ancora operano il conflitto nelle forme garantite dalla Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori, come USB, saranno costretti ad agire tra ancor più numerosi ostacoli e lavoratrici e lavoratori avranno sempre meno spazio per dimostrare la loro contrarietà a proposte o azioni governative.
Non si potrà più scioperare nei primi giorni dell’anno scolastico, dal 1 al 5 settembre né nei giorni immediatamente successivi le vacanze di Natale e di Pasqua. Un vincolo che impedisce l’esercizio del dissenso nei confronti di norme approvate durante l’estate o i periodi di vacanza. Ed è ormai un’abitudine consolidata da parte di tutti i governi approvare “riforme della scuola” soprattutto durante i mesi di luglio e agosto.
Viene propagandisticamente leso e deriso il diritto costituzionale allo sciopero, sempre più individuato come “un modo per prolungare le vacanze”, per “fare ponte”. Un’offesa che lavoratrici e lavoratori subiscono da troppo tempo e che viene istituzionalizzata da chi invece dovrebbe difenderli e tutelarli. Sempre più ci chiediamo di chi siano “rappresentativi” CGIL, CISL, UIL, Snals, Gilda, Anief. Di certo non delle lavoratrici e dei lavoratori, che per esprimere la loro voce rinunciano a giornate di paga, si prodigano per la riuscita di manifestazioni che questi servi del padrone vogliono ridurre sempre più a passeggiate di salute al sabato pomeriggio per non dare fastidio a nessuno. Scioperi trasformati in gite, manifestazioni diventate pic-nic nei parchi. Con buona pace di chi per il diritto di sciopero ha lottato, è stato incarcerato, è morto.
Servi del padrone sì, e il padrone è lo Stato, il Governo di turno che, ammantandosi di più o meno belle parole in difesa del diritto allo studio, reprime il diritto al dissenso.
Questo non è che un primo passaggio. Il progetto, che tentano di fare digerire lentamente, è la soppressione del diritto costituzionale. Quando il piano di consentire la proclamazione degli scioperi solamente ai “rappresentativi” o ai “firmatari” sarà completo, il diritto di sciopero verrà definitivamente abdicato.
USB Scuola invita, come primo gesto di chiara contrapposizione a questa costante riduzione dei diritti, alla disdetta immediata dai sindacati padronali: CGIL, CISL, UIL, Snals, Gilda, Anief, rappresentanti di nessun altro se non di se stessi e dei propri sporchi interessi sulle spalle dei lavoratori.
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