Perché è importante la sentenza sul licenziamento della maschera del Teatro alla Scala che gridò ‘Palestina libera’

La sentenza del Tribunale di Milano riguardo al licenziamento di una maschera del Teatro alla Scala, che aveva gridato “Palestina libera” durante un evento ufficiale, apre importanti riflessioni sui diritti dei lavoratori e sulla libertà di espressione nel contesto culturale e istituzionale.

di Annalisa Rosiello * Il Tribunale del Lavoro di Milano, nella sentenza n° 52142015, ha dichiarato illegittimo il licenziamento per giusta causa di una maschera del Teatro alla Scala, allontanata dal suo posto di lavoro dopo aver gridato “Palestina libera” durante un concerto istituzionale alla presenza della Presidente del Consiglio. La decisione del Giudice, pur riconoscendo l’infrazione disciplinare della lavoratrice, ha “bocciato” la reazione della Fondazione, ritenendola eccessiva e sproporzionata rispetto alla reale gravità del fatto. La sentenza, con una motivazione – va detto – estremamente equilibrata, affronta il tema del bilanciamento tra il diritto del lavoratore alla manifestazione del pensiero e gli obblighi di diligenza, obbedienza e fedeltà derivanti dal rapporto di lavoro subordinato. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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