Marilyn Manson ritrova la sua voce: il ritorno potente del re dello shock rock

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C’erano anni in cui puntare su Marilyn Manson era quasi scontato: o lo amavi o lo detestavi. Oggi la scommessa sembra più complessa, e in molti avrebbero pensato che il suo ritorno fosse impossibile. L’unica data invernale italiana alla ChorusLife Arena di Bergamo dimostra invece che l’ex Antichrist Superstar non ha mai smesso di esercitare il suo richiamo, nonostante le controversie e la lunga assenza dai palchi. Il concerto, sold out in pochi giorni dopo l’annuncio della seconda leg del tour europeo, conferma una fame di ritorno già palpabile a Milano nell’esibizione all’Alcatraz di febbraio.

La dedizione dei fan è la prova più evidente: in coda fin dalla notte precedente, sfidano le temperature glaciali che stanno colpendo la Lombardia pur di avvicinarsi al loro idolo. Vogliono osservare da vicino il nuovo Manson, assaporarne ogni gesto, non perdere neanche un attimo. Lui li ripaga con un monologo affilato sul passato di eccessi: “Con la droga ho sempre avuto un flirt: mi ha perseguitato, mi ha invitato a fare viaggi romantici nel deserto… e io proprio lì, in una grande buca, l’ho seppellita”. Poi scatta l’attacco a The Dope Show, il brano di ‘Mechanical Animals’ che nel 1998 smascherava l’industria dell’intrattenimento.

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Brian Hugh Warner, oggi, appare sorprendentemente in forma. Quasi cinque anni di sobrietà si riflettono in un fisico più asciutto e una voce che richiama i fasti di Holy Wood. Sul palco è puro movimento: corre, salta, incita le prime file e si lascia alimentare dall’energia della platea. Scandisce una serie di classici micidiali — The Beautiful People, Disposable Teens, Long Hard Road Out of Hell, Mobscene — seguiti da una suggestiva Coma White, resa ancora più intensa dalla neve artificiale che cala sulla scena.

L’ingresso su trampoli altissimi per Tourniquet sembra un fantasma del suo stesso passato che torna a reclamare il proprio spazio. In scaletta trovano posto anche i brani del nuovo album ‘One Assassination Under God – Chapter One’, uscito il 22 novembre 2024 e già accompagnato dall’annuncio del secondo capitolo. L’apertura con Nod If You Understand chiarisce subito la direzione: un nuovo corso più solido, definito, ricco di idee. Il pubblico accoglie con entusiasmo anche As Sick As The Secrets Within e One Assassination Under God.

Parte del merito va al ritorno di Tyler Bates, produttore e musicista che riporta nel progetto quell’estetica dark e quella tensione elettrica che mancavano da tempo. Sul palco, la sintonia tra i due è palpabile. Non ci sono più Bibbie strappate o eccessi blasfemi: quel Manson appartiene a un’altra epoca. La scenografia del tour è essenziale ma d’impatto: croci rovesciate ridotte all’osso, fasci di luci blu e rosse, un minimalismo che amplifica il resto. Lui indossa un total black impeccabile, con una giacca da smoking illuminata da due fulmini di strass, pochi cambi d’abito ma molti accessori: gli iconici cappelli, guanti, un bolero celeste diventato subito feticcio della serata.

È evidente che Marilyn Manson stia giocando una partita diversa. La concentrazione è sulla performance, sulla musica, su ciò che negli ultimi anni era stato soffocato dal rumore delle vicende giudiziarie. Le accuse di violenza domestica, recentemente cadute, avevano spostato lo sguardo lontano dai dischi e dai palchi. Oggi appare più riflessivo, meno incline allo shock gratuito, più consapevole del peso della propria storia. E la voce regge: lo si è visto all’Alcatraz, lo si conferma a Bergamo, lo racconta un ultimo album accolto con sorprendente favore dalla critica. Il trono del genere non è mai stato abbandonato davvero.

Il futuro è già segnato: il tour non si ferma a Bergamo. Marilyn Manson ha annunciato tre nuove date estive in Italia nel 2026 — Ferrara, Roma e Bari — a testimonianza di una seconda vita artistica appena iniziata.