Inflazione in rallentamento a ottobre 2025: prezzi in calo e carrello della spesa più leggero

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L’inflazione di ottobre 2025 cresce dell’1,2% su base annua, rallentando rispetto a settembre (+1,6%), mentre su base mensile registra una flessione dello 0,3%. I dati diffusi dall’Istat mostrano un livello leggermente inferiore rispetto alle rilevazioni di fine 2024.

Decelera il cosiddetto carrello della spesa: i prezzi dei Beni alimentari, dei prodotti per la cura della casa e della persona scendono dal +3,1% al +2,1%. In calo anche i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +2,1%). La frenata più marcata arriva dagli Energetici regolamentati, che passano da +13,9% a -0,5%, e dagli Alimentari non lavorati (da +4,8% a +1,9%). Registrano un lieve rallentamento anche i Servizi di trasporto e gli Alimentari lavorati. Al contrario, aumentano i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%), mentre la flessione degli energetici non regolamentati rimane meno ampia.

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L’inflazione di fondo, esclusi energetici e alimentari freschi, scende al +1,9%. Rallenta anche l’indice al netto dei soli beni energetici, in linea con l’andamento generale. La crescita dei prezzi dei beni cala a +0,2%, mentre quella dei servizi resta stabile al +2,6%, ampliando il differenziale inflazionistico tra i due comparti.

La variazione negativa dell’indice generale sul mese riflette soprattutto i ribassi degli Energetici regolamentati (-6,4%), dei servizi ricreativi e culturali (-1,1%), degli energetici non regolamentati (-0,6%) e dei servizi legati alle comunicazioni e ai trasporti (-0,3%). In lieve aumento solo i servizi relativi all’abitazione (+0,3%).

L’inflazione acquisita per il 2025 si attesta a +1,6% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo. L’IPCA registra un -0,2% su base mensile e un +1,3% su base annua, in rallentamento rispetto al mese precedente. L’indice FOI, al netto dei tabacchi, segna -0,2% congiunturale e +1,1% tendenziale.

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, il calo dell’inflazione non alleggerisce la pressione sul costo della vita. Per una coppia con due figli l’aumento annuo della spesa è pari a 432 euro, di cui 232 destinati esclusivamente a prodotti alimentari e bevande. Per una coppia con un figlio l’esborso aggiuntivo è di 371 euro, con 203 euro legati al comparto alimentare. In media, per una famiglia, mangiare e bere costa 160 euro in più.

Nella classifica dei rincari annui primeggiano il cacao e cioccolato in polvere (+21,9%), seguito dal caffè (+20,6%) e dal cioccolato (+10,1%). Aumentano anche carne macinata, formaggi stagionati e bevande analcoliche (+8,2%). Seguono carne bovina adulta (+8,1%), carne di vitello (+7,5%), uova (+7,4%), burro (+6,6%), frutta secca (+5,9%), carne ovina e pollame (+5,3%).

Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, sottolinea come l’andamento dei prezzi nel settore alimentare resti critico e richieda un intervento mirato. Con l’avvicinarsi del Natale e l’aumento dei consumi, viene richiesta massima attenzione sui listini alimentari, anche attraverso il monitoraggio del Mister Prezzi, per evitare ulteriori rincari durante le festività.