Gaza, raid notturni e tensione sulla tregua: almeno 50 vittime secondo fonti locali
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che “nulla comprometterà il cessate il fuoco a Gaza” sottolineando il “diritto di Israele a reagire”, dopo che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato nuovi raid massicci sulla Striscia accusando Hamas di aver violato l’intesa.
Secondo la Protezione civile di Gaza, almeno 50 palestinesi sono rimasti uccisi durante gli attacchi notturni condotti dalle Forze di Difesa Israeliane (Idf). Tra le vittime risultano 22 minorenni e circa 200 persone sarebbero rimaste ferite. Mahmud Bassal, portavoce dell’agenzia gestita da Hamas, definisce la situazione “catastrofica e terrificante” e parla di “chiara violazione dell’accordo di cessate il fuoco”.
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Israele sostiene che i nuovi attacchi siano una risposta a violazioni ripetute da parte di Hamas, tra cui l’uccisione di un soldato a Rafah e la mancata restituzione dei corpi degli ostaggi ancora trattenuti. Funzionari israeliani affermano che il gruppo armato sarebbe a conoscenza dell’ubicazione dei resti e starebbe opponendo resistenza al loro rientro.
Fonti ospedaliere della Striscia riportano invece un bilancio complessivo di almeno 63 morti dall’inizio degli attacchi, tra cui 24 bambini, come indicato dal quotidiano Haaretz.
A bordo dell’Air Force One, Trump ha dichiarato ai giornalisti che Israele “doveva reagire” dopo l’uccisione del soldato, aggiungendo che “Hamas rappresenta una piccola parte dell’accordo per il Medio Oriente” e che il gruppo avrebbe comunicato ai suoi inviati l’intenzione di deporre le armi, affermazione più volte smentita da Hamas.
Nelle ore precedenti, il vicepresidente statunitense JD Vance aveva assicurato che il cessate il fuoco “resta in vigore nonostante alcune scaramucce”.
Hamas respinge però le accuse di attacco a Rafah e conferma il proprio impegno al rispetto dell’accordo, accusando al contrario Israele di violazioni. Il gruppo ha anche annunciato il rinvio della consegna del corpo di un ostaggio “a causa delle operazioni israeliane in corso”.
L’Idf ha confermato la morte di un soldato riservista durante le operazioni nella Striscia. La vittima è stata identificata come il sergente maggiore Yona Efraim Feldbaum, 37 anni, appartenente al Corpo di Ingegneria militare e originario dell’insediamento di Neria in Cisgiordania.