Latina, paura tra gli studenti dopo il suicidio di Paolo: Vengono a prenderci a casa? Scuolabus vuoti e nuove denunce di bullismo

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Che fanno adesso? Vengono a prenderci a casa?” È il timore che serpeggia tra i compagni di scuola di Paolo, lo studente suicida in provincia di Latina, dopo settimane segnate da racconti di vessazioni e insulti. Gli scuolabus, pieni fino a pochi giorni fa, oggi sono quasi vuoti: molti genitori accompagnano i figli in auto per evitare incontri ritenuti rischiosi.

A descrivere il clima è il sindaco di Santi Cosma e Damiano, Franco Taddeo: “Tutti si sentono additati, i ragazzi sono spaventati. Con i mezzi pubblici non viaggia quasi nessuno proprio per evitare incroci”. Un segnale di una comunità sotto shock che teme ulteriori tensioni mentre la scuola affronta l’onda d’urto della tragedia.

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Intanto emergono altre testimonianze: famiglie riferiscono di episodi di bullismo negli anni scorsi, spesso giudicati “sottovalutati”. Un padre racconta di un figlio con disabilità finito nel mirino di un gruppo di coetanei; solo dopo la convocazione dei genitori dei responsabili, gli episodi sarebbero cessati. Un’altra famiglia ricorda derisioni continue che avrebbero portato il ragazzo a cambiare istituto.

Nei giorni del dolore, resta l’immagine dei funerali: secondo i racconti, un solo compagno vicino a Paolo si sarebbe avvicinato ai genitori per un abbraccio, mentre altri avrebbero mantenuto atteggiamenti ritenuti inopportuni. La dirigente scolastica precisa però che in chiesa la classe era presente insieme ai docenti.

Per sostenere gli studenti, il Comune ha finanziato la presenza di uno psicologo a scuola e i docenti hanno avviato incontri dedicati all’ascolto. È stata inoltre annunciata per sabato 20 settembre una fiaccolata in ricordo di Paolo, come gesto di comunità e vicinanza.