Israele colpisce il sito nucleare di Natanz: l'Iran attiva la difesa aerea, nel mirino altri 10 obiettivi strategici

Israele ha sferrato un attacco mirato contro l’impianto nucleare di Natanz, considerato uno dei cardini del programma atomico iraniano. Le esplosioni sono state avvertite anche a Isfahan, nel cuore dell’Iran, dove si trova un altro importante centro di arricchimento dell’uranio. Secondo l’agenzia iraniana Mehr, la difesa antiaerea è stata attivata per respingere “obiettivi ostili” nella zona est e nord della città.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che sono pronti nuovi raid contro “altri 10 obiettivi nucleari” situati nei pressi di Teheran. L’operazione militare, ribattezzata Rising Lion, è iniziata il 13 giugno per volontà del primo ministro Benjamin Netanyahu e ha già portato, secondo Israele, a “risultati significativi”.
Leggi anche G7: Appello dei leader per la pace in Medio Oriente, no dell'Iran all'arma nucleare
Il complesso di Natanz, situato su una pianura a sud di Qom, ospita due impianti per l’arricchimento dell’uranio ed è parzialmente interrato con tre livelli sotterranei. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), i danni provocati dagli attacchi sono concreti: “Le immagini satellitari ad alta risoluzione mostrano impatti diretti nelle sale sotterranee di arricchimento”.
In una recente intervista a Fox News, Netanyahu ha affermato che Israele ha distrutto la “struttura principale” dell’impianto. L’Aiea, pur confermando gli impatti diretti, nei giorni scorsi aveva ridimensionato l'entità dei danni, dichiarando che non erano state rilevate variazioni nei livelli di radioattività all’esterno del sito, né conseguenze ambientali per la popolazione.
Il sito di Natanz comprende il Fuel Enrichment Plant (FEP) e il Pilot Fuel Enrichment Plant (PFEP), due infrastrutture chiave per la produzione di combustibile nucleare. In totale, la struttura ospita tre edifici sotterranei e sei edifici in superficie, compresi due capannoni da 2.500 metri quadrati destinati all’assemblaggio delle centrifughe a gas.
Insieme all’impianto di Fordow – che si trova in profondità sotto una montagna e risulta al momento inviolabile – Natanz è stato utilizzato dall’Iran per produrre la maggior parte del proprio uranio arricchito. Negli ultimi tre anni, Teheran ha aumentato il livello di arricchimento fino al 60%, avvicinandosi alla soglia del 90% necessaria per realizzare potenziali armi nucleari.