Filippo Turetta in aula: Ho ucciso Giulia Cecchettin per rabbia e risentimento

Filippo Turetta ha confessato le ragioni dietro l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa l'11 novembre 2023 con 75 coltellate. Davanti alla Corte d'Assise di Venezia, Turetta ha dichiarato di aver agito per rabbia e risentimento, spinto dal rifiuto di Giulia di riallacciare la relazione. Durante l'interrogatorio ha ammesso di aver mentito nella prima fase delle indagini, riferendo al pubblico ministero di aver acquistato del nastro adesivo per scopi legati a una festa di laurea. In realtà, il nastro era stato pensato per immobilizzare Giulia, e i coltelli portati con sé erano preparativi per la sua uccisione. Turetta ha rivelato di aver scritto un memoriale di 40 pagine, nel quale descrive pensieri e motivazioni maturate in un periodo che va da febbraio all'estate del 2023, che oggi ha consegnato alla corte per chiarire alcuni aspetti delle sue azioni.
Secondo la procura, il comportamento di Turetta conferma la premeditazione del crimine, evidenziata dagli acquisti fatti nei giorni precedenti il delitto e da una lista di compiti da svolgere, come prelevare contante e oscurare le tracce del veicolo per sfuggire alla polizia. La sua testimonianza si è svolta in un clima di tensione, con la sorella della vittima, Elena Cecchettin, che ha preferito seguire il processo da lontano per motivi di salute mentale, come ha spiegato sui social. Il padre di Giulia, Gino Cecchettin, presente in aula, ha sottolineato di aver partecipato per rispetto nei confronti della figlia e della corte, anche se ha espresso il proprio dolore, che descrive come inalterato dal giorno della tragedia.
Il processo proseguirà il 28 ottobre con l'ulteriore esame di Turetta, e la Corte ha stabilito che la sentenza sarà pronunciata il 3 dicembre, dopo le udienze di discussione fissate per la fine di novembre.
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