Quel che non torna nella fuga degli studiosi di Limes

Le mappe di Limes sono più di semplici rappresentazioni geografiche; sono strumenti narrativi che plasmano la nostra percezione del mondo. Ricordiamo il confronto tra Caoslandia e Ordolandia, simboli di un’epoca in cui i confini tra disordine e ordine si confondevano, riflettendo le tensioni di un mondo in crisi d’identità e di modelli economici in evoluzione.

Le mappe di Limes hanno sempre funzionato come dispositivo narrativo. Molti di noi hanno in mente quella di Caoslandia vs Ordolandia, di qualche anno fa, con il perimetro del disordine che racchiudeva i conflitti non sedati dall’altro mondo, quello liberista in crisi d’identità. Ma io penso pure all’immagine dell’ Ucraina appena invasa, con una colorazione audace che naturalizzava annessioni e zone grigie, raffigurava un’Ucraina “divisa per natura”, con l’Est antropologicamente più vicino a Mosca, e l’inserimento di elementi simbolici e testosteronici (“ terra sacra ”, “ zona di alienazione nucleare ”) che non spiegavano ma suggestionavano. 🔗 Leggi su It.insideover.com

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