Maurizio denunciò il racket ora è costretto a chiudere | Lo Stato mi tratta come un criminale

Maurizio Di Stefano, ex libraio e attivista contro il racket, si è trasformato in ristoratore a Bologna con il sostegno di fondi per le vittime di estorsione. Tuttavia, un cambiamento di imputazione in Sicilia ha compromesso il suo percorso, portandolo a dover chiudere l’attività e lamentare un trattamento ingiusto da parte dello Stato.

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© Ilrestodelcarlino.it - Maurizio denunciò il racket, ora è costretto a chiudere: “Lo Stato mi tratta come un criminale”

Bologna, 16 dicembre 2025 – Un cambio di imputazione in Sicilia e i soldi svaniscono a Bologna. E’ una versione locale dell’effetto farfalla a rovinare la vita di  Maurizio Di Stefano, ex libraio anti-racket  che proprio qui, sotto le Du Torri, si era trasformato in ristoratore grazie al fondo per la solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e usura. E invece è stato costretto a chiudere la il suo Luccu, specializzato in cucina siciliana in via Ranzani (vicino al polo universitario in Berti Pichat), perché quei 150mila euro che aveva ricevuto per ricominciare la sua vita lontano dalle pressioni della mafia gli sono stati chiesti indietro dallo Stato. Ilrestodelcarlino.it

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