Quando il dissenso infastidisce il Cremlino | il collettivo Pussy Riot dichiarato organizzazione estremista

Il governo russo ha dichiarato il collettivo Pussy Riot un'organizzazione estremista, intensificando la repressione contro le voci dissidenti. La decisione si inserisce in un contesto di tensioni politiche e sociali, mentre le testimonianze di chi vive la guerra, come le parole di un prigioniero, evidenziano le conseguenze di questa repressione sulla società e sulla libertà di espressione.

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“Mamma, sono stato fatto prigioniero. Non guardare la TV mamma, qui non ci sono nazisti. Mamma, perché è la guerra chiamata ‘operazione speciale’?”. Questo è il ritornello del brano Mama, Don’t Watch TV della band Pussy Riot. Lo scorso settembre, le componenti del gruppo sono state condannate in contumacia per aver diffuso “false informazioni” sull’esercito russo. I magistrati, per corroborare le loro motivazioni, hanno citato sia il brano in questione, che la protesta avvenuta nel 2024 al museo Pinakothek der Moderne di Monaco, durante la quale le Pussy Riot hanno scandito slogan contro la guerra e hanno definito il presidente Vladimir Putin un “criminale di guerra”, mentre un membro della band ha urinato sul ritratto del leader del Cremlino. Ilfattoquotidiano.it