L’Italia taglia fuori il Dragone dal solare La prima asta China free
L’Italia compie un significativo passo verso l’indipendenza energetica, escludendo i pannelli solari cinesi dalle nuove gare di incentivi. Con la prima asta interamente europea, il Paese punta a rafforzare la filiera locale e ridurre la dipendenza dall’estero in un settore strategico per il futuro energetico. Un cambio di rotta che segna l’ingresso di un’era più autonoma e sostenibile.

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Dalle parole ai fatti, l’Italia mette alla porta la Cina e i suoi pannelli solari. Dopo aver deciso, la scorsa estate, di escludere i produttori cinesi di pannelli solari dalle gare per gli incentivi, arriva la prima asta interamente made in Europe. Roma ha infatti assegnato oltre 1,1 gigawatt di capacità a 88 progetti nella sua prima asta riservata esclusivamente a progetti solari realizzati senza apparecchiature prodotte in Cina, fissando un prezzo medio di 66,38 euro per megawattora. Secondo i dati dell’Agenzia per i servizi elettrici (Gse) italiana, la tariffa è superiore del 17% rispetto al prezzo medio di un’asta per le energie rinnovabili tenutasi all’inizio di quest’anno, che non prevedeva restrizioni sulla provenienza delle apparecchiature. Formiche.net
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