Lezioni frontali? Il minimo indispensabile e niente compiti a casa Vi spiego come lavoriamo con il metodo finlandese INTERVISTA a Caterina Cassese

In un'epoca di riforme scolastiche, il metodo finlandese si distingue per un approccio innovativo che privilegia lezioni brevi, poche verifiche e il protagonismo dello studente. Intervista a Caterina Cassese spiega come questa metodologia metta al centro il bambino, favorendo la costruzione autonoma delle competenze e delle conoscenze, riducendo l'importanza dei compiti a casa.

“I n questa metodologia viene messo il bambino al centro. Il bambino diventa quello che abbiamo letto nei testi di pedagogia, cioè costruisce le proprie competenze, diventa costruttore delle proprie conoscenze ”. E ancora: “ La didattica tradizionale non risponde più ai bisogni reali degli alunni: oggi i bambini sono diversi rispetto a quelli di 20 anni or sono e la scuola è chiamata a rinnovarsi, qui si lavora dunque per competenze e non solo per contenuti e le lezioni frontali non favoriscono un apprendimento duraturo e non valorizzano l’unicità dei bambini ”. Lezioni frontali al minimo indispensabile e niente compiti a casa: “ La scuola si fa a scuola, non a casa ”. 🔗 Leggi su Orizzontescuola.it

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Andrea Maggi: “Basta bocciature e votacci. Più obiettivi, meno lezioni frontali. Dovremmo chiedere agli studenti perché non riescono ad apprendere”