Spike Lee torna alle radici | afrostyle soul e rap tra lusso e colpi di scena in Highest 2 Lowest

Highest 2 Lowest di Spike Lee è tutta questione di figaggine afroamericana. L’ultimo confetto confezionato dal regista di Brooklyn è sia una summa della stilosa eleganza upper-class black statunitense, sia il ritorno poetico a una tradizione culturale musicale sfracellatasi nel profitto cieco e nel cantilenare tronfio del rap. Qualcuno deve aver detto a Lee che infognarsi negli ideologismi (modello P.T. Anderson) era procedura stantia ( BlacKkKlansman ) e allora eccolo tornare sui suoi passi più leziosi e familiari ( Inside Man ), dove intrattenimento fa rima con sofisticazione, acciuffare un plot perfetto di Kurosawa (Anatomia di un rapimento, 1963) e lucidare come una vetrina di gioielli Denzel Washington qui David King, biblico padrone (sembra Quincy Jones) della Stackin’ Hits Records e infallibile orecchio per il talento musicale esclusivamente black. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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