Perché Leone XIV fa bene a non usare la parola genocidio su Gaza
Quando Leone XIV sceglie di non pronunciare la parola “genocidio” a proposito della tragedia di Gaza, non compie un atto di debolezza, ma di responsabilità. E’ facile per la politica, e ancora più per l’opinione pubblica, cedere alla tentazione delle parole definitive: chiamare genocidio ciò che accade in medio oriente significa evocare l’Olocausto, i processi di Norimberga, la cancellazione dell’altro come progetto politico. Significa trasformare un conflitto sanguinoso e doloroso in un’iperbole morale senza ritorno. Leone XIV, invece, sa che le parole non sono slogan, ma pietre: e quando le lanci nel dibattito globale, non puoi più ritirarle. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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#PreghiamoInsieme perché i governanti delle nazioni siano liberi dalla tentazione di usare la ricchezza contro l’uomo, trasformandola in armi che distruggono i popoli e in monopoli che umiliano i lavoratori. Chi serve Dio diventa libero dalla ricchezza, ma chi - X Vai su X
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