Epstein, le email che citano Donald Trump e il ruolo del tycoon nelle comunicazioni riservate

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Nella corrispondenza privata di Jeffrey Epstein degli ultimi quindici anni compare più volte il nome di Donald Trump. Le email, diffuse dai Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera, mostrano scambi tra Epstein, la sua collaboratrice Ghislaine Maxwell e lo scrittore Michael Wolff che suggerirebbero una possibile conoscenza, da parte dell’ex presidente, delle attività di traffico sessuale organizzate dal finanziere, condannato per abusi e per il reclutamento di minori.

In un messaggio indirizzato a Maxwell, Epstein sostiene che Trump avrebbe trascorso molto tempo con una giovane donna indicata come vittima di traffico sessuale. In un'altra email, il finanziere afferma che Trump “sapeva delle ragazze”, riferimento apparente alla versione del tycoon secondo cui avrebbe escluso Epstein da Mar-a-Lago per aver adescato dipendenti del resort.

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Le email, ottenute tramite citazione in giudizio degli eredi di Epstein, risalgono in gran parte a periodi precedenti alla presidenza di Trump. L’ex presidente non risulta aver scritto o ricevuto nessuna delle comunicazioni pubblicate e non è accusato di illeciti penali in relazione a Epstein o Maxwell. La Casa Bianca ha definito la vicenda una “bufala”, sostenendo che i messaggi non dimostrino alcuna responsabilità da parte di Trump.

In una mail del 2 aprile 2011, esaminata dalla Cnn, Epstein scrive a Maxwell: “Quel cane che non ha abbaiato è Trump…”, riferendosi a una ragazza – il cui nome resta oscurato – che avrebbe trascorso ore nella sua abitazione con l’ex presidente. Maxwell risponde: “Ci ho pensato…”.

I repubblicani della Commissione hanno identificato la giovane come Virginia Giuffre, una delle principali sopravvissute agli abusi di Epstein, morta suicida. Secondo i dem, il nome sarebbe stato oscurato per motivi di tutela. Giuffre, nel suo libro Nobody’s Girl, racconta di aver conosciuto Trump nel 2000 mentre lavorava a Mar-a-Lago, senza accusarlo di comportamenti impropri.

Tre anni prima di quella email, nel 2008, Epstein era stato condannato a 18 mesi per reati sessuali, scontandone solo 13 in un carcere di minima sicurezza. Il patteggiamento, giudicato all'epoca particolarmente indulgente, sarebbe diventato negli anni successivi un caso simbolo.

Il materiale diffuso dai dem include anche email tra Epstein e lo scrittore Michael Wolff. In una del gennaio 2019, Epstein replica alle affermazioni di Trump secondo cui sarebbe stato allontanato dal club di Mar-a-Lago. “Non sono mai stato un membro… ovviamente sapeva delle ragazze, visto che ha chiesto a Ghislaine di smettere”, scrive il finanziere.

La Casa Bianca ribadisce invece che Trump avrebbe escluso Epstein perché “si comportava in modo strano” e che la loro amicizia si sarebbe interrotta quando l’imprenditore avrebbe “adescato” giovani dipendenti del resort. Maxwell, interrogata dal vice procuratore generale Todd Blanche, ha negato di aver reclutato ragazze a Mar-a-Lago e ha affermato di non aver mai visto Trump in contesti inappropriati.

Un'altra email, datata 15 dicembre 2015, mostra Wolff informare Epstein che la Cnn potrebbe chiedere a Trump in diretta del loro rapporto. Epstein chiede quale risposta dovrebbe fornire all’ex presidente, e Wolff suggerisce che potrebbe persino trarne un vantaggio politico qualora Trump negasse viaggi o incontri.

Wolff ha dichiarato di aver intervistato Epstein, mentre il Daily Beast sostiene di possedere registrazioni in cui il finanziere parla di una lunga amicizia con Trump. I sostenitori dell'ex presidente hanno definito quei materiali “false diffamazioni”.

Dopo la pubblicazione delle email, il comitato repubblicano ha rilasciato altre 20.000 pagine di documenti provenienti dagli eredi di Epstein. In alcune comunicazioni private, il finanziere critica apertamente Trump: in un'email del gennaio 2017 lo definisce “fottutamente pazzo”, mentre in uno scambio con l’ex Segretario al Tesoro Larry Summers afferma che il presidente è “al limite della follia”.

In altri messaggi, Epstein mette in guardia l’ex consigliera della Casa Bianca Kathryn Ruemmler sul rischio di affrontare Trump come un boss mafioso, sostenendo che il presidente possedesse un potere molto più significativo.

Prima della diffusione delle email, Maxwell aveva già dichiarato di non aver mai visto Trump comportarsi in modo inappropriato e di averlo sempre considerato un “gentiluomo” nei contesti sociali in cui si erano incontrati.

La Casa Bianca accusa i Democratici di aver diffuso selettivamente i messaggi per alimentare una narrativa dannosa contro Trump. Il tycoon, su Truth Social, sostiene che i dem stiano tentando di riportare alla ribalta la “bufala Epstein” per distogliere l’attenzione dallo shutdown e da altre questioni politiche.

Il rapporto tra Trump ed Epstein è noto da anni, anche se l’ex presidente ha sempre negato illeciti e ha intentato una causa per diffamazione contro il Wall Street Journal per un articolo relativo a lettere donate a Epstein nel 2003. La questione è tornata al centro del dibattito mentre il Congresso discute se e quando rendere pubblici i documenti federali sul finanziere, morto in cella nel 2019.

La Commissione di Vigilanza della Camera, dopo aver ottenuto nuovi materiali dagli eredi, sta spingendo per un voto che imponga la pubblicazione di ulteriori documenti governativi sulla vicenda Epstein. Il caso continua a generare pressioni politiche e richieste di trasparenza sulla gestione del dossier da parte delle autorità federali.