Vannacci rilancia la sua lettura del fascismo sui social: polemica politica e accuse di revisionismo
Sulla propria pagina Facebook, Roberto Vannacci, ex generale dei paracadutisti e oggi vicepresidente della Lega, ha pubblicato una lunga riflessione sul fascismo, presentata come una “lezione di storia” rivolta, a suo dire, a chi avrebbe studiato gli eventi “sui manuali del Partito Democratico”. Il post ha generato un’ondata di reazioni e commenti, con un acceso confronto pubblico.
Nel messaggio, Vannacci mostra le copertine di tre volumi dello storico Renzo De Felice, evidenziando alcuni passaggi della sua ricostruzione del Ventennio. Ricorda, ad esempio, che il 15 maggio 1921 Benito Mussolini fu eletto in Parlamento con i Fasci Italiani di Combattimento, sottolineando il ruolo del voto popolare.
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Inoltre, afferma che la Marcia su Roma del 1922 non sarebbe stata un vero colpo di Stato, citando lo storico Francesco Perfetti, sostenendo che Mussolini avrebbe raggiunto la capitale “in treno” e ricevuto l’incarico dal Re Vittorio Emanuele III. Vannacci evidenzia anche che il primo governo Mussolini, nato nel novembre dello stesso anno, fu una coalizione che ottenne la fiducia parlamentare.
L’ex generale sostiene che almeno fino alla metà degli anni Trenta il regime operò “entro lo Statuto Albertino” e che le principali norme, incluse le leggi del 1938, furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re. Una ricostruzione che ha provocato la prima ondata di contestazioni nei commenti.
Nella sezione sotto il post emergono reazioni fortemente contrapposte. Alcuni utenti apprezzano quella che definiscono una “sintesi storica”. Molti altri parlano invece di revisionismo storico, citano gli omicidi politici come quello di Giacomo Matteotti, le persecuzioni, l’alleanza con Hitler e le responsabilità della guerra. Tra le immagini condivise compare anche quella di piazzale Loreto.
A sostenere Vannacci interviene pubblicamente Caio Mussolini, pronipote del Duce, che definisce “corretta” la ricostruzione proposta dal vicepresidente leghista. Aggiunge inoltre interpretazioni personali sulla violenza del primo dopoguerra, sul ruolo delle donne durante il regime e sui rapporti tra Mussolini e alcuni oppositori. Anche lui ricorda che le leggi razziali furono approvate e firmate secondo le procedure istituzionali del tempo.
La polemica si sposta rapidamente anche sul terreno politico. Il senatore del Partito Democratico Francesco Verducci definisce l’iniziativa di Vannacci “un revisionismo subdolo e inaccettabile” e invita la Lega a prendere posizione, richiamando l’identità antifascista dichiarata dal fondatore del partito, Umberto Bossi.