Digiuno intermittente, benefici oltre la perdita di peso: lo studio che conferma gli effetti sul cuore

Il digiuno intermittente non è solo una strategia per dimagrire, ma può apportare benefici significativi anche al sistema cardiovascolare. A rivelarlo è una revisione scientifica condotta dagli esperti della T.H. Chan School of Public Health di Harvard, pubblicata sul British Medical Journal, che ha analizzato i dati disponibili su questa pratica alimentare sempre più diffusa.
Il metodo più noto è lo schema 16:8, che prevede 16 ore di astinenza dal cibo e 8 ore di alimentazione. I ricercatori hanno valutato complessivamente 99 studi clinici, coinvolgendo circa 6.500 persone, confrontando gli effetti del digiuno intermittente con quelli di diete ipocaloriche tradizionali e regimi alimentari senza restrizioni.
I partecipanti presentavano in media un indice di massa corporea pari a 31 e, nel 90% dei casi, soffrivano già di patologie preesistenti. Le strategie alimentari considerate comprendevano il digiuno a giorni alterni, il digiuno di un’intera giornata come la dieta 5:2 (cinque giorni di alimentazione libera e due di restrizione) e la restrizione oraria dei pasti.
Dai risultati è emerso che il digiuno intermittente e le diete ipocaloriche tradizionali hanno effetti simili sulla perdita di peso, entrambi più efficaci rispetto a regimi senza restrizioni. In particolare, il digiuno a giorni alterni ha registrato i migliori risultati: una riduzione media di 1,3 chili in più rispetto alle diete ipocaloriche e miglioramenti evidenti su parametri legati al rischio cardiometabolico.
Tra i benefici più rilevanti sono stati osservati effetti positivi sulla circonferenza della vita, sui livelli di colesterolo e trigliceridi e sulla proteina C-reattiva, un indicatore chiave dell’infiammazione. Un quadro che rafforza l’idea del digiuno intermittente non solo come approccio dimagrante, ma anche come strumento utile per la salute del cuore e del metabolismo.