di Adnkronos di lunedì 15 aprile 2024

Infarto e ictus, microplastiche trovate nel sangue: lo studio

infarto ictus
Le microplastiche sono davvero ovunque. Basta cercarle e aumentano le evidenze della loro presenza in diversi organi e tessuti umani, dalla placenta al latte materno, dal fegato e dai polmoni ai tessuti cardiaci. E non solo. Non si trovano solo nelle arterie, ma anche nei trombi, formazioni solide costituite da componenti del sangue come piastrine, globuli rossi e bianchi e fibrina, che si formano nei vasi sanguigni o nelle cavità cardiache. A documentare al loro interno notevoli concentrazioni di microplastiche è uno studio cinese, pubblicato su Lancet.  

Infarto, ictus e microplastiche nel sangue: c'è un legame?

"Le microplastiche sembrano essere un problema molto più importante di quello che si pensi. Invece di berciare su inesistenti danni da vaccino, sarebbe il caso di affrontare una questione che non è per niente semplice da risolvere", sottolinea Roberto Burioni, professore di virologia all'università Vita-Salute San Raffaele Milano, postando e commentando su X lo studio della Shantou University .  Per indagare sul potenziale impatto di queste sostanza sulla salute umana, in particolare sul sistema circolatorio, la ricerca è stata condotta con l'obiettivo di identificare, e quantificarne le concentrazioni, i tipi di polimeri e le proprietà fisiche delle microplastiche nei trombi umani prelevati chirurgicamente dalle arterie cerebrali, dalle coronarie e dalle vene profonde negli arti inferiori. I ricercatori, inoltre, hanno valutato la potenziale associazione tra i livelli di microplastiche e la gravità della malattia. I campioni di trombi analizzati sono stati raccolti da 30 pazienti sottoposti a procedure di trombectomia dopo essere stati colpiti da ictus ischemico, Infarto miocardico o trombosi venosa profonda. Ebbene, le microplastiche sono state rilevate, mediamente, nell'80% (24/30) dei trombi, con concentrazioni più alte in quelli prelevati dai pazienti che avevano avuto un Infarto. Nel dettaglio, sono stati trovati la poliammide 66 (Pa66), il cloruro di polivinile (Pvc) e il polietilene (Pe): quest'ultimo è il polimero più presente (53%). Ulteriori analisi hanno suggerito che concentrazioni più elevate di microplastiche possono essere associate a una maggiore gravità della malattia. Per gli scienziati, dunque, "è urgentemente necessaria una nuova ricerca con un campione più ampio per identificare le fonti di esposizione e convalidare le tendenze osservate nello studio". 
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