La decisione del Senato accademico della Scuola
Normale Superiore di
Pisa, che il 26 marzo scorso attraverso una mozione ha chiesto formalmente alla Farnesina che venga "riconsiderato" il bando di cooperazione scientifica tra Italia e Israele in seguito agli sviluppi del conflitto a Gaza, continua a suscitare reazioni. Dopo la 'bocciatura' della mozione da parte di fonti del ministero dell'Università e della Ricerca, arriva oggi quella dell'Associazione degli Amici della
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Pisa .
Università, anche la Normale di Pisa chiede stop a bando con Israele: cosa sta succedendo
L'associazione infatti, fa sapere in una nota, dopo aver "discusso al suo interno" la mozione approvata a maggioranza dal Senato accademico della Scuola, sottolinea che "i numerosi membri dell’Associazione intervenuti hanno tutti espresso il loro sconcerto e molti la loro contrarietà alla richiesta di riconsiderazione del Bando, ritenendo che istituzioni universitarie come la
Normale debbano piuttosto, nel rispetto delle opinioni dei singoli, preoccuparsi di valorizzare sempre la scienza, la cultura e l’arte come elementi di dialogo e di raccordo universale". L’Associazione ha chiesto quindi al Direttore della Scuola di rendere note al Senato accademico queste considerazioni. Il Senato Accademico della Scuola
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Pisa ha approvato martedì 26 marzo una mozione con cui si
chiede al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale di riconsiderare il 'Bando Scientifico 2024' emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell'Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele. La richiesta di riconsiderare il bando ministeriale è stata fatta dalla componenti degli studenti e la mozione è stato poi approvata a maggioranza dal Senato accademico. Il testo della Scuola
Normale Superiore "rinnova con forza, anche alla luce della risoluzione Onu del 25 marzo 2024, la richiesta di rilascio degli ostaggi e di un immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza al fine di scongiurare l'ulteriore aggravarsi di una situazione umanitaria ormai disperata, che si configura ogni giorno di piu` come un'inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese". La mozione ricorda poi che la Scuola ha deciso "come prima concreta manifestazione di solidarieta` e per favorire il dialogo in Medio Oriente di bandire due assegni di ricerca su tematiche relative allo studio del contesto e del conflitto di Israele e Palestina, indirizzati particolarmente a studiose e studiosi palestinesi e israeliane/i a rischio di incolumita` fisica o che vedono compromessa la propria liberta` accademica". Prosegue il documento approvato: "Oggi, in circostanze di eccezionale e crescente gravita`, la Scuola
Normale Superiore ritiene di essere chiamata, insieme a tutta la comunita` scientifica internazionale, non solo ad attestare concretamente la propria solidarieta`, ma anche a riflettere criticamente ad ampio raggio sulle ramificazioni del proprio lavoro". A tal fine la Scuola
Normale: "afferma la necessita` di ispirare le attivita` di ricerca e di insegnamento al rispetto dell'art. 11 della Costituzione della Repubblica italiana, che prescrive il ripudio della guerra come strumento di offesa alla liberta` degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; si impegna, in coerenza con il dettato costituzionale, a esercitare la massima cautela e diligenza nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza; avvia le procedure per assicurare che tali principi abbiano piena espressione nei regolamenti della Scuola, integrandoli o modificandoli ove necessario". Il Senato Accademico
chiede pertanto al Maeci e al Mur "di assicurare alla comunita` scientifica che tutti i bandi e i progetti da essi promossi per favorire la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica con altri stati rispettino rigorosamente i principi costituzionali, con particolare riferimento all’art. 11". La Scuola
Normale Superiore, inoltre, "si impegna a promuovere il confronto e il dialogo tra tutte le componenti della sua comunita` sugli sviluppi della situazione in Palestina
chiedendo al Direttore di convocare entro la fine di aprile un’assemblea generale dedicata al tema e di favorire altre iniziative; conferisce al Direttore il mandato di farsi portavoce in ogni sede istituzionale, e in particolare presso il Mur, il Maeci e la Crui, delle posizioni espresse nella presente mozione". Interpellate sulla richiesta della
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Pisa di rivalutare il bando Maeci Italia-Israele, fonti del ministero dell'Università e della Ricerca rispondono che il giudizio sulla decisione ricalca quanto già espresso in occasione di decisioni simili, come quella dell'Università di Torino. In quell'occasione, il ministro aveva giudicato la scelta sbagliata, seppur assunta nell'ambito dell'autonomia propria degli Atenei. Il ministro più volte e pubblicamente ha definito ogni forma di esclusione o boicottaggio "estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all’apertura e all’inclusività". Le stesse fonti ricordano quanto dichiarato in una recente intervista: "Le Università non possono schierarsi o entrare in guerra", ha detto Bernini. Con questo, il ministro non vuole evidenziare un ruolo neutrale degli Atenei, anzi ha più volte rimarcato come la diplomazia della scienza sia un potente ed efficace strumento per la fine dei conflitti e la ricerca della pace.