La vita russificata di Mariupol costruita su morte e distruzione

Mariupol, città simbolo di conflitto, ha subito profonde trasformazioni a causa delle continue ostilità. La distruzione del teatro, testimone di un passato culturale e sociale, rappresenta una delle molte ferite aperte. Le recenti iniziative di restauro segnano un tentativo di ricostruzione e speranza, ma il percorso di rinascita rimane complesso. Questa realtà riflette le sfide di una comunità segnata da perdita e resilienza.

Nella foto in alto, il teatro di Mariupol dopo il bombardamento (GettyImages). Sotto, dopo gli annunci sulla restaurazione (LaPresse).        Il 16 marzo del 2022 circa mille civili erano rifugiati nel teatro drammatico di Mariupol, nella regione ucraina di Donetsk. Avevano perso tutto e nei primi giorni dell’assedio, nel teatro era stato allestito un centro di soccorso, con provviste, acqua potabile, postazioni in cui ricaricare i telefoni nel mezzo di una città presa di mira dai russi da terra, dal cielo e dal mare. Affinché fosse chiaro in cosa fosse stato trasformato il teatro, chi ci fosse all’interno, sul piazzale antistante era stata fatta una scritta visibile dal cielo: deti, bambini. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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