La tachipirina spezzata sul petto Un paziente del San Raffaele racconta i suoi tre gio
Un episodio insolito al San Raffaele vede un paziente raccontare di aver ricevuto una tachipirina spezzata direttamente sul petto da un infermiere senza guanti. La vicenda solleva interrogativi sulle pratiche di somministrazione e sulla sicurezza igienica in ambito sanitario, evidenziando l'importanza di procedure corrette per la tutela dei pazienti.
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AGI - “È arrivato un infermiere con una pastiglia di tachipirina tra le mani nude, senza guanti. Me l’ha messa sul petto e l’ha spezzata in due. In quel momento stavo molto male, poi ho messo a fuoco i rischi per un paziente immunosoppresso come me”. La voce al telefono da casa arriva ancora molto affaticata per gli strascichi di una pesante mononucleosi. D.U., 45 anni, è stato al pronto soccorso del San Raffaele i l 7 e l’8 dicembre e poi ricoverato nel reparto di medicina ad alta intensità dove ha vissuto i giorni del caos quando, secondo diverse testimonianze e mail interne tra medici, gli infermieri di una cooperativa esterna avrebbero messo a “elevatissimo rischio” la salute dei pazienti a causa della loro impreparazione. 🔗 Leggi su Agi.it
È stato un incubo e continua ad esserlo… #supposta #maledetta #febbre #dabambino #stevemozz
"Convulsioni febbrili, le si alza la temperatura velocemente, questa volta stava dormendo quindi non abbiamo messo la Tachipirina subito e dopo un minuto è andata in blocco. Occhi in su, testa indietro e respiro che pian piano si fermava. L’abbiamo ridestata - facebook.com facebook
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