La tachipirina spezzata sul petto Un paziente del San Raffaele racconta i suoi tre gio

Un episodio insolito al San Raffaele vede un paziente raccontare di aver ricevuto una tachipirina spezzata direttamente sul petto da un infermiere senza guanti. La vicenda solleva interrogativi sulle pratiche di somministrazione e sulla sicurezza igienica in ambito sanitario, evidenziando l'importanza di procedure corrette per la tutela dei pazienti.

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AGI - “È arrivato un infermiere con una pastiglia di  tachipirina  tra le mani nude, senza guanti. Me l’ha messa sul petto e l’ha spezzata in due. In quel momento stavo molto male, poi ho messo a fuoco i rischi per un  paziente immunosoppresso  come me”. La voce al telefono da casa arriva ancora molto affaticata per gli strascichi di una pesante  mononucleosi. D.U., 45 anni, è stato al  pronto soccorso del San Raffaele  i l 7 e l’8 dicembre e poi ricoverato nel  reparto di medicina ad alta intensità  dove ha vissuto i giorni del  caos  quando, secondo diverse testimonianze e mail interne tra medici, gli  infermieri di una cooperativa esterna  avrebbero messo a “elevatissimo rischio” la  salute dei pazienti  a causa della loro  impreparazione. 🔗 Leggi su Agi.it

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