La strana amnesia dei libdem sulla legge elettorale
Nel corso del Linkiesta Festival, questo fine settimana, si sono alternati sul palco tutti i maggiori rappresentanti dell’area liberaldemocratica, terzopolista, riformista, ovunque e comunque collocati: da Carlo Calenda e Luigi Marattin, decisi a correre contro entrambi i poli, a Matteo Renzi, che intende costruire la sua Casa riformista dentro la coalizione di centrosinistra, a Pina Picierno e agli altri riformisti del Pd, decisi a fare altrettanto dentro il partito. Nessuno di loro ha risparmiato critiche agli altri, ma questa non è una novità, anche se colpisce sempre la strana simmetria di un sistema in cui a due coalizioni composte entrambe da partiti e leader schierati su posizioni diametralmente opposte praticamente su tutto, dalla politica estera all’economia, dalla giustizia all’immigrazione, corrisponde una costellazione di partiti e leader liberaldemocratici che la penserebbero allo stesso identico modo su ciascuna di tali questioni, ma insieme non riescono a prendere nemmeno un caffè. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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