La riforma Nordio non separa le carriere ma riduce l’autonomia della magistratura
Ogni mattina un avvocato penalista si alza e sa che dovrà correre, oltre che per i soliti affanni, per evitare due domande: Garlasco e la separazione delle carriere. Su Garlasco (il peggior spot mai trasmesso contro l’avvocatura italiana, cialtrona e inaffidabile) si è già dato (e temo si darà). Sull’altro tema è il caso di fare alcune puntualizzazioni con spirito laico e rifuggendo dai fantasmi delle reciproche radicalizzazioni tra garantisti e manettari. Innanzitutto, la definizione di «separazione delle carriere» è un’etichetta truffa: non si separa niente; la vera, appropriata definizione è «la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura», articolata in due punti: duplicazione degli organismi e scelta per sorteggio dei membri togati. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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