Dieta 30-30-30: la routine che spopola sui social e cosa dice davvero la scienza
La proposta del metodo 30-30-30 torna periodicamente tra i trend dei social come una presunta formula rapida per perdere peso. Una combinazione che, secondo i sostenitori, prometterebbe effetti visibili grazie a una semplice routine quotidiana. Non è una vera dieta e nemmeno un programma di allenamento strutturato, e la base scientifica che la sostiene è debole. Nonostante ciò, il sistema è finito sotto la lente del Dipartimento Salute dell'UCLA, l’Università della California di Los Angeles.
Il protocollo 30-30-30 si fonda su tre passaggi essenziali: consumare 30 grammi di proteine entro 30 minuti dal risveglio e svolgere 30 minuti di attività fisica a bassa intensità. Una routine semplice, facilmente replicabile e, proprio per questo, diventata virale negli ultimi due anni, con numerosi utenti che hanno condiviso progressi attribuiti al metodo.
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Il fascino del 30-30-30 sta nella sua natura estremamente schematica: non richiede cambiamenti rilevanti alle abitudini alimentari, non prevede un conteggio preciso delle calorie e non impone allenamenti impegnativi. Una semplicità che, sottolinea UCLA Health, contribuisce però alla mancanza di studi scientifici solidi dedicati al metodo. Il programma raccoglie solo spunti da ricerche che mettono in evidenza l’importanza di una colazione regolare e di abitudini sane nel supportare la gestione del peso.
Sul fronte della colazione, i 30 grammi di proteine non sono una quantità adatta a tutti. In presenza di problematiche renali o epatiche, l’assunzione proteica deve essere valutata con un medico. In generale, le proteine al mattino possono aumentare il senso di sazietà e ridurre la tentazione di spuntini eccessivi. “La ricerca suggerisce che consumare proteine a colazione può stabilizzare la glicemia”, spiega la nutrizionista Julia Zumpano della Cleveland Clinic. Questo può aiutare a controllare fame e apporto calorico, pur non essendo una soluzione universale: non tutti riescono o desiderano consumare una quota proteica così elevata appena svegli.
Zumpano evidenzia inoltre che il fabbisogno proteico varia in base a obiettivi e condizioni individuali: perdita di peso, gestione glicemica, pressione sanguigna o controllo dell’appetito richiedono valutazioni personalizzate da parte di un nutrizionista qualificato.
Capitolo esercizio: il terzo “30” riguarda l’attività fisica a bassa intensità. È noto che anche un movimento moderato apporta benefici significativi. Alcuni studi indicano un possibile valore aggiunto dell’allenamento mattutino, pur senza prove definitive che lo colleghino in modo diretto alla perdita di peso.
Nel complesso, il 30-30-30 unisce abitudini sane ma indipendenti tra loro. Il limite principale, sottolinea UCLA Health, è l’assenza di una reale struttura alimentare per il resto della giornata: una mancanza che può facilmente compromettere i risultati sulla bilancia.