Attività fisica regolare riduce il rischio di morte per cancro: i dati in Italia

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In Italia oltre il 35% della popolazione non pratica alcuna forma di movimento. Si tratta di più di 20 milioni e 600mila persone che conducono uno stile di vita sedentario, una condizione che secondo gli oncologi ha un impatto significativo sullo sviluppo e sull’evoluzione di diversi tumori.

Un’analisi presentata durante il XXVII Congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), a Roma, evidenzia come svolgere attività fisica regolare riduca del 31% il rischio di morte a causa del cancro. Inoltre, praticare movimento in modo costante può abbassare fino al 20% la probabilità di sviluppare un carcinoma rispetto a chi trascorre gran parte del tempo inattivo.

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Le neoplasie maggiormente sensibili alla sedentarietà sono quelle a seno, vescica, colon, endometrio, rene, stomaco e l’adenocarcinoma esofageo. Questi dati confermano il ruolo centrale del movimento nella prevenzione oncologica.

Lo sport incide positivamente sui meccanismi che favoriscono l’insorgenza di molte neoplasie”, spiega Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom. Uno studio pubblicato su Jama Oncology sottolinea come il movimento possa proteggere anche contro i tumori dell’apparato digerente. Alla sedentarietà si affianca inoltre l’obesità, che riguarda oltre l’11% dei cittadini italiani e rappresenta un ulteriore fattore di rischio oncologico.

L’importanza della prevenzione è stata promossa anche attraverso iniziative nazionali come il ‘Tour Mediterraneo’ della Nave Amerigo Vespucci, durante il quale Aiom, Fondazione Aiom, Airc e Sirm hanno incontrato cittadini in diverse città portuali. Medici e volontari hanno fornito consigli e materiale informativo. Secondo stime del ministero della Difesa, la campagna avrebbe generato benefici economici pari a circa 15 milioni di euro.

Sono stati raggiunti migliaia di cittadini, sensibilizzandoli sugli stili di vita sani e sul valore degli screening oncologici”, sottolinea Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom. Tra le raccomandazioni principali: non fumare, ridurre il consumo di alcol, mantenere il peso sotto controllo e seguire una dieta equilibrata. L’ultimo provvedimento legislativo prevede fondi aggiuntivi per estendere mammografie e test del sangue occulto nelle feci, ma in alcune aree del paese l’adesione resta ancora bassa.

L’attività fisica dimostra benefici anche per chi è già in cura oncologica. Tuttavia, solo il 4% dei pazienti segue le indicazioni dei medici e svolge movimento sufficiente. “Il movimento è fondamentale anche nella fase post-diagnosi”, afferma Andrea Antonuzzo, responsabile dell’Oncologia medica e cure di supporto all’Istituto nazionale tumori di Milano. Tra i vantaggi si registrano un miglioramento del sistema cardiovascolare, maggiore forza muscolare, migliore densità ossea e una migliore qualità della vita durante i trattamenti.

Gli oncologi hanno anche partecipato all’iniziativa #Oncorun2025, promossa da Aiom e dal Network italiano cure di supporto in oncologia (Nicso): medici, infermieri e operatori sanitari hanno condiviso sui social immagini e video delle attività fisiche all’aperto, per diffondere un messaggio diretto e concreto di prevenzione.