Riforma della giustizia, in Senato il ddl sulla separazione delle carriere: voto finale atteso giovedì
Arriva oggi, martedì 28 ottobre, nell’Aula del Senato per la quarta e ultima lettura il disegno di legge costituzionale sulla riforma della giustizia, che punta alla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. Il voto finale è previsto per la mattina di giovedì.
Il ddl costituzionale n. 1353-B, intitolato “Ordinamento giurisdizionale e Corte disciplinare”, ha già completato tre passaggi parlamentari: è stato approvato in prima deliberazione dalla Camera, poi dal Senato senza modifiche, e infine nuovamente approvato in seconda deliberazione alla Camera dei Deputati. Ora si attende l’ultima approvazione con voto a maggioranza assoluta dei senatori. In caso contrario, la riforma potrebbe essere sottoposta a referendum confermativo, previsto per la primavera.
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Il provvedimento mira a riformare l’assetto del Consiglio superiore della magistratura (Csm), introducendo due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica e includeranno di diritto, rispettivamente, il Primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore Generale presso la stessa Corte.
Gli altri componenti di ciascun Consiglio saranno sorteggiati: un terzo da un elenco di professori ordinari di diritto e avvocati con almeno quindici anni di esercizio professionale, redatto dal Parlamento in seduta comune; i restanti due terzi saranno scelti tra i magistrati giudicanti o requirenti, a seconda del Consiglio di appartenenza. I vicepresidenti verranno eletti tra i membri estratti a sorte, che resteranno in carica per quattro anni e non potranno essere nuovamente selezionati nella tornata successiva.
La riforma istituisce inoltre un nuovo organo, l’Alta Corte disciplinare, competente per la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati. Essa sarà composta da quindici giudici nominati o estratti a sorte secondo criteri diversificati: tre designati dal Presidente della Repubblica tra professori ordinari di diritto e avvocati con almeno vent’anni di esercizio, tre sorteggiati da un elenco parlamentare, sei scelti tra magistrati giudicanti e tre tra magistrati requirenti in possesso di specifici requisiti.
Il presidente dell’Alta Corte sarà selezionato tra i membri nominati dal Capo dello Stato o tra quelli sorteggiati dall’elenco parlamentare. Le sentenze dell’Alta Corte potranno essere impugnate davanti allo stesso organo, che giudicherà però in diversa composizione rispetto al collegio di primo grado.