Allarme di guerra: il Pentagono convoca i generali, Trump sfida Mosca sul nucleare

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Prima l’allerta del Pentagono, con centinaia di generali e ammiragli americani richiamati d’urgenza da ogni parte del mondo. Poi le dichiarazioni di Donald Trump, che ha lanciato un avvertimento diretto alla Russia sul nucleare. Nel mezzo, le continue incursioni nei cieli europei di Mosca e le accuse dell’intelligence russa all’Ucraina di preparare una “provocazione in Polonia” per trascinare la Nato nel conflitto. Nelle ultime ore, il clima internazionale è diventato sempre più teso, alimentando i timori di un’escalation che potrebbe oltrepassare i confini di Kiev.

Il punto nevralgico della giornata è stato il summit alla Marine Corps Base di Quantico, dove gli Stati Uniti hanno riunito i vertici militari. A guidare l’incontro, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, che ha dichiarato senza mezzi termini: “Da questo momento in poi l’unica missione del Dipartimento della Guerra è combattere. Non perché vogliamo la guerra, ma perché vogliamo la pace”. Hegseth ha poi aggiunto che “le uniche persone che meritano la pace sono quelle disposte a lottare per difenderla”.

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Alla riunione era presente anche Donald Trump, che ha fatto riferimento esplicito alle armi nucleari. “Se mai dovessimo arrivare al loro utilizzo, noi ne abbiamo più di chiunque altro, migliori, più nuove, ma è qualcosa a cui non voglio neanche pensare”, ha affermato. Trump ha inoltre rivelato di aver inviato un sottomarino nucleare definito “l’arma più letale mai realizzata”, sottolineando che gli Stati Uniti sarebbero “25 anni avanti rispetto a Russia e Cina” in questo settore.

Il presidente ha poi proposto di utilizzare alcune città americane considerate insicure come teatri di addestramento per le forze armate. “Portland sembra una zona di guerra, e lo stesso vale per Chicago. Le useremo per addestrare le nostre truppe, perché stiamo affrontando una vera guerra interna”, ha dichiarato, facendo riferimento al tema della sicurezza nazionale e alla gestione dei confini.

Intanto, da Mosca è arrivata una nuova accusa a Kiev. Secondo l’intelligence russa (Svr), l’Ucraina starebbe preparando in collaborazione con i servizi polacchi una falsa operazione in Polonia, con l’obiettivo di inscenare un attacco a infrastrutture critiche attribuendolo a forze speciali russe e bielorusse. La manovra, che coinvolgerebbe militanti della legione “Libertà per la Russia” e del reggimento bielorusso Kalinovsky, avrebbe lo scopo di alimentare la rabbia pubblica e favorire un intervento diretto della Nato.

Kiev, secondo le accuse, punterebbe così a trascinare i Paesi europei in un conflitto armato con Mosca. L’Institute for the Study of War, però, ha ribaltato la versione, avvertendo che potrebbero essere le stesse forze russe e bielorusse a pianificare sabotaggi contro la Polonia, attribuendoli poi all’Ucraina.

Le tensioni crescono anche nei cieli europei: nelle ultime settimane si sono registrati sconfinamenti di aerei e droni russi su Polonia, Finlandia e nel Baltico, con segnalazioni sospette anche in Danimarca e Norvegia. Secondo il premier estone Kristen Michal, la strategia di Vladimir Putin sarebbe quella di spostare l’attenzione dell’Unione Europea, riducendo il sostegno a Kiev. “Putin vuole che parliamo di noi stessi e non dell’Ucraina”, ha dichiarato a margine di un incontro a Copenaghen, alla vigilia di un vertice Ue.