Innalzamento dei mari: nuove mappe mostrano i rischi fino al 2150

Il futuro delle coste mondiali appare sempre più incerto. L’innalzamento dei mari, conseguenza diretta del cambiamento climatico, potrebbe trasformare intere aree del pianeta entro la fine del secolo e oltre. Un gruppo di ricercatori ha diffuso nuove mappe interattive che illustrano i possibili scenari fino al 2150, evidenziando zone ad alto rischio di sommersione.
Secondo gli studi, la crescita del livello degli oceani non si fermerà nel 2100, ma continuerà nei decenni successivi a causa dello scioglimento dei ghiacci e dell’espansione termica delle acque. Le mappe mostrano come città densamente popolate, porti strategici e aree costiere cruciali possano essere colpite da allagamenti permanenti.
Gli scienziati avvertono che i cambiamenti saranno più rapidi in alcune regioni rispetto ad altre. In Asia meridionale, ad esempio, vaste zone pianeggianti potrebbero finire sommerse, mentre in Europa e negli Stati Uniti diversi centri urbani costieri rischiano di scomparire sotto il mare.
L’impatto non sarà solo ambientale, ma anche sociale ed economico. L’aumento del livello dei mari potrebbe costringere milioni di persone a migrare, generando pressioni sulle infrastrutture e sui sistemi di gestione delle risorse. Le mappe pubblicate offrono un quadro dettagliato delle aree più vulnerabili, invitando governi e comunità locali a pianificare misure di adattamento.
Gli esperti sottolineano che ridurre le emissioni di gas serra resta l’unica strategia efficace per contenere i rischi futuri. Tuttavia, anche con interventi immediati, il ritiro dei ghiacciai e il riscaldamento degli oceani continueranno a produrre effetti a lungo termine, rendendo inevitabile una trasformazione delle coste entro i prossimi secoli.