Medico intrappolato a Gaza chiede aiuto all'Italia: Salvate i miei 5 figli

“Voglio salvare l’unica cosa che mi è rimasta, i miei figli”. È l’appello disperato di Refaat Alathamna, medico palestinese con cittadinanza boliviana, intrappolato a Gaza insieme alla moglie e ai suoi cinque bambini, il più piccolo di appena quattro anni.
Alathamna lavora come specialista in anestesia e terapia intensiva all’ospedale Nasser, nel sud della Striscia, dove ogni giorno arrivano centinaia di feriti. Quando non è in corsia, si rifugia con la sua famiglia nel campo profughi di Al-Maghazi, vivendo con angoscia una quotidianità segnata da bombardamenti, carenze mediche e paura costante.
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Un anno e mezzo fa il medico aveva chiesto al governo boliviano di evacuare la sua famiglia, ma senza l’autorizzazione di Israele la richiesta è rimasta senza seguito. Nel frattempo le condizioni si sono aggravate: uno dei figli soffre di problemi renali documentati da certificazioni ospedaliere, mentre la madre è rimasta paralizzata dopo un ictus e necessita di cure avanzate impossibili da ricevere a Gaza.
“Il governo boliviano non avendo rapporti diplomatici con Israele ha bisogno di un paese terzo che interceda – spiega Alathamna all’Adnkronos –. Per questo mi rivolgo al governo italiano e al Ministero degli Esteri, chiedendo di avviare trattative con Israele per permettere la nostra evacuazione. Con il sostegno dell’ambasciata boliviana potremmo essere inseriti in una lista di evacuati legata ai cardinali in Vaticano, ma serve l’autorizzazione diplomatica”.
Il medico racconta di aver lavorato all’Ospedale Europeo di Gaza dal 7 ottobre 2023 senza ricevere stipendio e sotto continue minacce, per poi essere trasferito al Nasser, dove tuttora effettua turni di guardia. “Abbiamo bisogno di tornare in Bolivia – aggiunge –. L’unica possibilità è passare prima dall’Italia, anche solo per pochi giorni, per ricevere le visite mediche necessarie e poi proseguire il viaggio”.
“Devo fare di tutto per salvare la mia famiglia – conclude –. Abbiamo già sopravvissuto a diversi attacchi, ma ogni minuto che passa la nostra vita è in pericolo”.