Storie incredibili di fortuna che sono diventate notizie

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C’è chi dice che la realtà esageri. Forse. Ogni tanto emerge un fatto che sembra uscito da un copione, solo che nessuno l’aveva scritto. Si verificano sopravvivenze impensabili, gesti impulsivi che diventano simbolo, scoperte che rimescolano mappe e proprietà. Non accadono ogni giorno, eppure quando capitano restano addosso, come storie che potremmo raccontare all’infinito. O almeno, questa è l’impressione.

La ragazza che dormì per nove anni

Ellen viveva tranquilla, poi quelle emicranie feroci. Trascorse settimane in ospedale, diciotto per la precisione, e nessuna diagnosi utile. Tornata a casa, cadde in un sonno così profondo da sembrare irreale. Trascorsero nove anni. La gente cominciò a venire da lontano, con una curiosità ingenua e anche morbosa: la “ragazza dormiente”. I giornali diedero grande eco alla storia; il mondo medico, a quanto si racconta, rimase più perplesso che altro. Un giorno lei si svegliò senza un motivo convincente. È difficile dire cosa significhi: forse una condizione rarissima, forse qualcosa che la scienza non ha ancora inquadrato. Alcune vicende, invece di ricevere spiegazioni, si trasformano in mito. Da quel momento non appartengono più solo alla clinica, ma alla memoria collettiva.

L'eroe della metropolitana milanese

Aveva diciotto anni. Un attimo di distrazione, un bimbo di due anni cade sui binari e il treno sta arrivando. Lorenzo Pianazza salta giù. È un gesto che non nasce dal calcolo ma dall’istinto, un rischio dove il caso pesa come nella slot machine: in un secondo puoi perdere tutto o vincere la posta più alta. Questa volta, la città assiste a un lieto fine.

Il tesoro del Cigno Nero

Nel 2007 Frank Wild con la sua squadra individua vicino a Gibilterra un relitto che sembra una cassaforte spalancata: monete d’oro e d’argento in quantità, un valore che gli esperti definiscono incalcolabile, ovvero molto elevato ma non quantificabile con precisione. Da lì scoppia una disputa internazionale, Spagna contro Stati Uniti, carte bollate contro mappe nautiche, diritti storici contro rivendicazioni operative. La storia arriva anche in TV con “La Fortuna”. Si tratta di qualcosa di più di un’avventura da romanzo. Ricorda che i fondali conservano la memoria a lungo e che, sotto certi chilometri d’acqua, potrebbero aspettare altri relitti, contenziosi e fortune. Non tutte, va detto, sono destinate a farsi trovare.

Sopravvivenza nel freddo estremo

Una ragazza, la neve che taglia la pelle, un incidente. Striscia per metri, molti, verso una casa che sembra sempre un passo più in là. Crolla quasi sulla soglia. Passa sei ore al gelo. Quando la trovano, i medici non scommettono un centesimo. Eppure si riprende. Non solo viva: in condizioni che sorprendono anche gli specialisti, i quali ammettono che casi del genere, in dieci anni, ne avranno visti una dozzina scarsa. Come abbia fatto resta poco chiaro. Si parla di ipotermia protettiva, di reazioni fisiologiche fuori scala. È possibile. Il resto rimane in quell’area grigia in cui la statistica fa un passo indietro e l’organismo a volte riesce a resistere oltre il plausibile.

Forse è questo il filo che unisce queste storie: non la fortuna in sé, ma l’imprevisto che bussa e cambia il finale, o almeno lo sposta. Persone qualsiasi diventano, loro malgrado, protagoniste. E noi, dal bordo, continuiamo a chiederci se sia stato caso, tenacia o una combinazione di entrambe. Probabilmente sì. E a volte basta.

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