Come proteggere figli e patrimonio quando si dona un immobile

Molti genitori scelgono di anticipare il passaggio dei propri beni ai figli attraverso la donazione di un immobile, così da garantire loro stabilità e sicurezza per il futuro. Con il termine donazione si intende un contratto con cui una persona, per spirito di liberalità, attribuisce un bene a un’altra senza alcun corrispettivo, come forma di anticipo alla successione.
Quando riguarda un immobile, significa trasferire la titolarità di una casa, un appartamento, un terreno o altro fabbricato in modo gratuito.Questo genere di operazione richiede un atto pubblico redatto da un notaio, il quale ne certifica la validità giuridica: il consiglio è quindi quello di farsi fare un preventivo dal notaio online su NotaioFacile prima di procedere con qualsiasi azione.
Donazione di un immobile ai figli: le possibili criticità
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Dietro alla donazione di un immobile ai figli, sebbene ci siano tanti vantaggi, non mancano neppure i contro, che devono essere tutti attentamente valutati per evitare di trasformare una scelta generosa in un danno patrimoniale per i figli dalle importanti conseguenze giuridiche.
Di seguito verranno analizzati i problemi più ricorrenti che si possono riscontrare in seguito alla donazione di un immobile, tenuto conto che la normativa italiana tutela determinati interessi familiari ed economici che possono entrare in conflitto con la volontà del donante.
Uno dei principali rischi è la lesione della quota di legittima. La legge, infatti, riserva a figli, coniuge e, in mancanza di questi, ai genitori una parte dell’eredità che non può essere compromessa da donazioni o disposizioni testamentarie. Se un genitore dona un bene che riduce i diritti degli altri legittimari, alla sua morte questi potranno impugnare l’atto di donazione per reintegrare la loro quota, attraverso l’azione di riduzione, che può essere compiuta entro 20 anni dalla donazione o 10 anni dalla morte del donante.
Un altro istituto da considerare è l’obbligo di collazione, che scatta quando un figlio, destinatario di una donazione, diventa anche erede. In quel momento, il valore del bene ricevuto viene conteggiato nella massa ereditaria, così da garantire una divisione equa tra tutti i coeredi. La collazione non impone necessariamente la restituzione dell’immobile, ma assicura che il valore ricevuto venga bilanciato attraverso conguagli o compensazioni economiche a favore degli altri eredi.
Le donazioni possono anche essere soggette a revoca. Questo accade in due casi specifici: per ingratitudine del beneficiario, ovvero quando questi si rende responsabile di atti gravi contro il donante, oppure per sopravvenienza di figli, qualora al momento della donazione non vi fossero discendenti e questi nascano o vengano riconosciuti successivamente. In entrambe le ipotesi, che devono essere esplicitate nell’atto notarile, la legge permette al donante di chiedere che l’immobile torni nella sua disponibilità, a tutela di equilibri personali e familiari.
Non meno rilevante è il tema delle controversie con i creditori. Se il donante ha debiti (superiori a 50.000€ e nessun altro bene pignorabile), i creditori possono agire per rendere inefficace la donazione, che in questo caso potrebbe anche venire considerata fraudolenta, e soddisfarsi anche sull’immobile trasferito al figlio. Attraverso l’azione revocatoria, infatti, la donazione può essere annullata nei confronti dei creditori, con la conseguenza che il bene potrà essere pignorato per il pagamento dei debiti. In caso di esistenza di passività significative, la donazione è una scelta decisamente poco sicura, anche se presa in buona fede.
Infine, occorre prestare attenzione ai problemi di commerciabilità e accesso al credito. Un immobile donato non sempre può essere venduto o ipotecato con facilità, perché gli acquirenti e le banche temono possibili contestazioni future. La presenza di eredi insoddisfatti, la possibilità di revoche o azioni legali, infatti, riduce la certezza del titolo di proprietà, poiché le banche potrebbero considerare rischioso concedere finanziamenti su beni con provenienza donativa. Per questo motivo, questi immobili spesso hanno un valore di mercato inferiore e difficilmente vengono accettati come garanzia per un mutuo.
Prima di scegliere di donare una casa ai figli è necessario consultare un notaio per farsi aiutare a pianificare con attenzione ogni dettaglio. Nel calcolo spese notarili, avvenuto solo previa valutazione preventiva di tutti i profili giuridici ed economici, si porteranno in analisi tutte le eventualità che potrebbero generare conflitti futuri, in modo da evitarli e garantire che l’intento di proteggere famiglia e patrimonio si traduca davvero in un vantaggio stabile e duraturo.